lettera Q

Mondo senza qualità

Quando iniziai a lavorare nel 1987 ero in una multinazionale, e vari corsi insistevano sulla qualità. Cambiata azienda dopo tre anni, ricominciai con i corsi sulla qualità globale.

La qualità, si diceva, era l’unica vera risorsa per vincere la concorrenza. Oramai, continuavano a dire, i prodotti funzionano tutti bene e la qualità da quel di più. In effetti c’era un po’ di ragione, ma come mai parlare tanto di qualità? Si parla di qualcosa che manca. E i servizi e prodotti davvero funzionavano tutti bene? E come era in precedenza? Non si diceva infatti che le cose di una volta erano più resistenti e durature?

Mi accorsi che si faceva un gran parlare di qualità, perché nel frattempo il mondo industriale e quello dei servizi, avevano perduto o non avevano mai avuto una vera qualità.

Una volta si diceva “lavori eseguiti a regola d’arte”, nel senso che si era allo stato dell’arte, che tutto era stato fatto da artigiani consapevoli del proprio lavoro e attenti a tutti i particolari. Ma per far questo ci serviva tempo, e invece le aziende attuali tutto fanno tranne che dare tempo a chi lavora di fare per bene il proprio lavoro.

Così quello che un tempo pretendevi da ogni artigiano, è divenuto un lusso che pochi si possono permettere (come scritto anche qui).

Gli esempi che ognuno può fare nella sua vita quotidiana sono innumerevoli, basta mettersi in una attenzione critica e non dare per scontato che le cose non debbano funzionare.

Ieri una signora mi diceva che la Posta svizzera si era persa un pacco. Come? La Posta svizzera? Rinomata per la sua affidabilità?

Alla sera non riuscivo bene a capire cosa facesse un’applicazione di Goole Play. Poi ho capito che Big G ha introdotto la traduzione automatica. Per cui leggi qualcosa del tipo: La Musicale battute è una molto buona applicazione. (Dove Musical Beats è il nome dell’applicazione) e non riesci a capire le caratteristiche. Così ho dovuto scegliere la lingua inglese (che verrà usata anche per applicazioni scritte da italiani).

Stamattina accendo la luce per vestirmi, ma dato che sono passati gli elettricisti per mettere tutte le luci a norma di legge, come al solito sono dovuto andare in un’altra stanza per vedere il colore dei calzini, perché le luci sono posizionate male, indipendentemente dalla stanza.

Alle otto di mattina poi, la rete è puntualmente caduta per via del motore che aziona il rintocco delle campane del vicino campanile e che crea un’interferenza elettromagnetica.

E pensando alla rete, devo dire che da qualche anno ho cambiato l’operatore telefonico perché avendo nel nome l’apostrofo, Swisscom non riusciva a farmi l’addebito automatico e per questo mi avevano anche chiuso la linea.

Ma è qualcosa di generale. Che dire delle nuove tecnologie, sempre nuove e mai veramente all’altezza di tutto quel che dicono di fare? Anzi si cambiano tecnologie alle volte prima che si riesca a raggiungere una fase effettivamente matura. Per non parlare del software testato male, che ha coinvolto anche il software libero?

E i medici con sempre meno tempo, che non ti ascoltano e prescrivono esami di cui alle volte solo in parte si fidano dell’accuratezza?

Questa fretta, quest’approssimazione, che è nata da una ricerca del profitto che puntava a soddisfare la maggioranza delle persone, trascurandone una minoranza, si è estesa pensando di dare a ciascun utente un prodotto abbastanza funzionante, trascurando una parte di ciò che è atteso o promesso.

È una qualità percentuale che coinvolge oramai tutto il nostro mondo, anche le chiese. E non se ne può sfuggire, penso che neanche i milionari hanno veramente servizi e prodotti a regola d’arte.

Come conclusione cosa dire oltre al cercate la qualità, che non sempre è la cosa più nuova e più costosa?