Be Cool

Mi chiederete che c’è oltre del divertimento in “Be Cool”? Mi interessa perché è in mezzo a gag e sparatorie, un film sulla paternità.

È fin dall’inizio chiaro che al protagonista interessa la moglie, già grande, del suoa amico, che muore alla seconda scena del film.

Quando va a vedere la ragazza che vuole vederlo, ha una grande ammirazione per lei, ha sorrisi esagerati, si informa di come ha iniziato. E lei, guarda caso racconta del padre, che non c’è più.

Decide di essere il suo agente e comincia a proteggerla. Ma si capisce ancor meglio, quando spiega al cantante degli Aerosmith che ha scritto la sua più intenda canzone quando era diventato padre.

È come se Palmer avesse –forse inconsciamente– deciso di cambiar vita, di divenire padre. E sceglie la giovane cantante come una figlia da far felice. Ed in questo è aiutato da una donna che fa le veci, perché no, della mamma.

Non è il solo tema, ma per me è il più accattivante, quello che dà al film uno spessore diverso da latri filmetti del genere.